19 Maggio 2015
COLDIRETTI LAZIO: LA REGIONE RINVIA IL TAVOLO AGROALIMENTARE


Il Tavolo Agroalimentare fissato per domani, mercoledì 20 maggio alle ore 11, presso la sede della Regione Lazio di Via R.R. Garibaldi con all’ordine del giorno il nuovo PSR (Piano di Sviluppo Rurale) 2014/2020 e la Filiera Zootecnica, dopo che la Coldiretti Lazio aveva chiamato la Regione alle proprie responsabilità, è stato rinviato a lunedì 25 maggio prossimo.
Lo ha comunicato con una lettera l’assessore all’Agricoltura caccia e pesca della Regione Lazio, Sonia Ricci.
“Questo rinvio allunga i tempi su temi urgenti per i quali le imprese non possono attendere le lungaggini della politica e dell’amministrazione. Problemi che devono essere affrontati e risolti in tempi brevi.” Questo il commento del presidente e del direttore di Coldiretti Lazio, David Granieri e Aldo Mattia.
“La Coldiretti del Lazio, che rappresenta la maggioranza delle imprese agricole della nostra Regione, è sollecitata continuamente dalle stesse imprese ad intervenire in una moral suasion nei confronti della Regione affinchè si impegni nella risoluzione delle principali problematiche che oggi costringono migliaia di imprese a un quotidiano difficile che mette a rischio la loro stessa sopravvivenza”. Continuano Granieri e Mattia.
Coldiretti Lazio ha, infatti, chiesto che nel Tavolo Agroalimentare venga affrontata la questione della procedura di sfratto nei confronti del Laboratorio ARAL (Associazione Regionale Allevatori del Lazio) di Maccarese, che mette a rischio una cinquantina di posti di lavoro e l’importantissima attività di controllo qualitativo svolta, a vantaggio della salute del consumatore, dal Laboratorio presso gli allevamenti del Lazio (prelievo ed analisi di oltre 300.000 campioni ogni anno, controlli su oltre 60.000 capi da latte su un totale di circa 500 allevamenti). 
A ciò si aggiunge il momento di crisi che il sistema allevatoriale laziale sta affrontando in conseguenza sia della mancanza di un’adeguata voce di spesa nel bilancio regionale sia per i mancati pagamenti relativi alle annualità precedenti.
L’altro tema che necessita di un confronto immediato è quello del prezzo del latte vaccino alla stalla sceso intorno ai 0,35 centesimi al litro (quattro volte inferiore al prezzo pagato dal consumatore) cifra con la quale l’allevatore non copre neanche i costi di produzione costringendo migliaia di imprese alla chiusura.
“Chiediamo che questo rinvio non sia il preludio ad una mancata volontà di affrontare di petto problemi fondamentali per il futuro dell’agricoltura laziale”, l’auspicio di Granieri e Mattia.

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