19 Giugno 2017
FROSINONE

 

“Le soluzioni ci sono. Basta applicare la legge regionale del 2015. Quella coi cinghiali è una guerra con tanto di bollettino quotidiano che parla di raccolti agricoli distrutti, di investimenti persi, ma anche di feriti e di morti come conseguenza di aggressioni o incidenti stradali. Siamo in piena emergenza, anzi in guerra e dobbiamo rispondere con azioni di guerra. Basta cincischiare, i cinghiali sono troppi, abbiamo perso il conto, avanti con le catture e con gli abbattimenti”. Aldo Mattia, direttore della Coldiretti del Lazio, parla agli assessori regionali Carlo Hausmann e Mauro Buschini che, all’assemblea organizzata in Provincia, a Frosinone, avvertono come la pazienza questa volta sia veramente agli sgoccioli. “Bisogna intervenire anche nei parchi e nelle aree protette regionali con azioni drastiche – aggiunge Mattia – e se qualche presidente non si adegua e non provvede allora chiedo alla Regione di nominare commissari ad acta. Le coltivazioni non possono essere lasciate in balia dei cinghiali. Nel Lazio ci sono 1.300 giovani che hanno presentato progetti per avviare altrettante nuove aziende agricole e penso proprio che tutti loro meritino attenzione, rispetto e tutele”. Le prime, importanti risposte stavolta arrivano. “Ho convocato e incontrato – spiega Buschini – i presidenti dei 13 parchi regionali per programmare le attività di contenimento della fauna selvatica. Incontrerò presto anche i dirigenti delle aree protette. La cattura dei capi in sovrannumero avviata nel comprensorio al nord della regione sta dando risultati importanti, presto la procedura sarà esportata anche sul resto del territorio. Sono convinto che riportare sotto controllo il numero dei cinghiali sia un atto di vero ambientalismo. Non siamo intenzionati a fare una guerra alla specie, ma se lasciamo le cose come stanno sono a rischio non solo le persone e i raccolti agricoli, ma anche i contesti naturali, le piante, la flora”. Il presidente della Provincia Antonio Pompeo si sforza di restare nel bon ton istituzionale. Ma è chiaro che gli sta stretto. “Avevamo una funzione fondamentale nella gestione di questa problematica, poi la legge di riforma – ricorda Pompeo – ha trasferito le competenze alle regioni. Abbiamo firmato una convenzione, che però ad oggi ci affida solo compiti di vigilanza. Quando riavremo la pienezza della delega potremo tornare ad essere incisivi”. Ma intanto Pompeo rivendica un risultato concreto. Sventola due fogli di carta. È la determina che assegna 178.000 euro ai due Ambiti territoriali di caccia (95mila Atc1 e 83.000 Atc2) provinciali per liquidare gli indennizzi (annualità 2014) alle aziende danneggiate dalla fauna selvatica. Chiude Carlo Hausmann. “Lo scorso anno nel Lazio sono stati abbattuti poco più di 15.000 cinghiali, 2.200 dei quali a Frosinone. Quest’anno il numero è destinato a salire – annuncia l’assessore regionale all’agricoltura – in considerazione della impressionante proliferazione della specie. Noi come Regione facciamo le regole del gioco. Sono ormai in dirittura di arrivo sia il calendario venatorio, che estenderà il periodo di apertura della caccia, sia il disciplinare che conterrà tutte le indicazioni operative su come, dove e quando cacciare i cinghiali”. Nel salone della Provincia sindaci e amministratori, tra gli altri, dei comuni di Pontecorvo, Ceprano, San Giorgio a Liri, Cassino, Ripi, Anagni, Ferentino, Piedimonte San Germano, Roccad’Arce, San Vittore del Lazio.  
     

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