Il pressing generalizzato dopo le decisioni contraddittorie ha portato ad una svolta nell’Unione Europea dove il Parlamento ha votato a favore dell’obbligo di indicare il luogo di origine/provenienza per carne, pollame, prodotti lattiero caseari, ortofrutticoli freschi, tra i prodotti che si compongono di un unico ingrediente (che oltre al prodotto agricolo prevedono solo degli eccipienti come acqua, sale, zucchero) e per quelli trasformati che hanno come ingrediente la carne, il pollame ed il pesce. “Apprendiamo con grande soddisfazione questa notizia – ha commentato il direttore della Coldiretti di Frosinone, Gianni Lisi. “Durante i prossimi incontri assembleari che terremo nel territorio frusinate questa novità sarà portata all’attenzione della nostra base associativa oltre che dell’opinione pubblica. Da anni Coldiretti sta combattendo una storica battaglia su questi temi che ben si coniuga nel nostro progetto di rilancio del settore primario”. In sostanza sarà possibile conoscere in etichetta dove è stata allevata la mucca da cui si ottiene latte o un determinato formaggio o dove è stato allevato il maiale da cui è stata ottenuta la braciola, una informazione che fino ad oggi non è obbligatoria. Dopo le forti perplessità sui profili nutrizionali che danneggiano una filiera agroindustriale simbolo del Made in Italy come la nutella, si tratta di un importante passo in avanti nella battaglia della Coldiretti per la trasparenza. Secondo l'indagine Coldiretti-Swg sulle abitudini degli italiani la quasi totalità dei cittadini (97 per cento) considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti e di conseguenza colmare questo ritardo è un risultato importante nell'interesse degli imprenditori agricoli e dei consumatori. Per tutti quanti noi - continua Lisi - significa anche valorizzare il vero Made in Italy, e quindi il made in Lazio e in Ciociaria, in una situazione in cui sugli scaffali due prosciutti su tre provengono da maiali allevati all’estero senza una adeguata informazione, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio indicarlo in etichetta. Negli ultimi anni con la mobilitazione a favore della trasparenza dell'informazione, la Coldiretti è riuscita a ottenere l'obbligo di indicare la provenienza per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele latte fresco, pollo, passata di pomodoro, extravergine di oliva ma ancora molto resta da fare e l’etichetta resta anonima per circa la metà della spesa dai formaggi ai salumi, dalla pasta ai succhi di frutta.
L'ETICHETTA CON L'ORIGINE SULLE TAVOLE DEGLI ITALIANI
Cibi con l'indicazione di provenienza |
E quelli senza |
Carne di pollo e derivati |
Pasta |
Carne bovina |
Carne di maiale e salumi |
Frutta e verdura fresche |
Carne di coniglio |
Uova |
Frutta e verdura trasformata |
Miele |
Derivati del pomodoro diversi da passata |
Passata di pomodoro |
Formaggi |
Latte fresco |
Derivati dei cereali (pane, pasta) |
Pesce |
Carne di pecora e agnello |
Extravergine di oliva |
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Fonte: Elaborazioni Coldiretti