21 Febbraio 2024
Coldiretti Lazio, benessere animale diventa malessere per aziende zootecniche allo stremo. Chiesto anticipo della misura del 90% alla Regione

“Una richiesta motivata dall’aumento importante dei costi di produzione – prosegue Granieri - a partire dai mezzi tecnici, ai concimi ed energetici, che non vengono sostenuti dai costi di realizzazione dei prodotti venduti”.
Il pagamento dell’acconto nella misura del 90% permetterebbe alla Regione, una volta calcolato l’importo della demarcazione delle UBA a pascolo da parte di Agea, di trattenere l’importo dell’eco-schema 1, livello 2, sul pagamento del saldo Benessere Animale, con risultato di soddisfazione da parte degli allevatori della nostra Regione.
“Una situazione insostenibile per le aziende zootecniche della nostra regione – conclude Granieri - che sono state tra quelle più colpite dalla crisi economica determinata dalla pandemia e hanno dovuto fare i conti anche con l’aumento dei costi delle materie prime, causati dal conflitto in Ucraina, fino ai danni provocati dai cambiamenti climatici. Aziende che continuano a lavorare, ma vedono i loro guadagni ridursi”.
Negli ultimi cinque anni nel Lazio abbiamo perso duecento allevamenti costretti a chiudere a causa dei prezzi di produzione troppo alti. A rischio c’è un intero settore. Nel Lazio il comparto zootecnico conta oltre un milione di capi e offre lavoro nelle 17 mila aziende presenti a più di 30 mila dipendenti. Sul nostro territorio sono presenti oltre un milione di capi dei quali oltre 190 mila bovini, più di 77 mila bufalini, circa 800 mila ovini e 43 mila caprini, oltre 50 mila i suini.
Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate.