23 Ottobre 2023
Coldiretti Lazio scrive alla Regione: agricoltura della Tuscia sotto attacco da eolico e fotovoltaico a terra

Ranucci: “Nuovi progetti a forte impatto ambientale minacciano produzioni di pregio con denominazione di origine e indicazione geografica”. 

Coldiretti Viterbo scrive alla Regione Lazio per esprimere in una lettera all’assessore regionale all’Agricoltura, Giancarlo Righini, la preoccupazione su quanto sta accadendo nella Tuscia, dove la realizzazione di impianti eolici e fotovoltaici a terra sta mettendo a rischio la produzione agricola, il futuro delle nostre aziende, le eccellenze locali che producono e inevitabilmente i posti di lavoro che garantiscono a chi lavora nel settore.

“Una situazione che ha causato enormi speculazioni - spiega la presidente di Coldiretti Viterbo, Maria Beatrice Ranucci - della valorizzazione di affitti e costi dei terreni, oltre a contenere la produzione agricola, sfavorendo la sovranità alimentare. Scelte che compromettono la forte vocazione agricola, agroalimentare e turistica di un territorio espressione di un patrimonio ricco di tradizioni, di cui le nostre aziende agricole sono custodi con i loro prodotti tipici, che devono essere preservati e tutelati”. 

Tra gli ultimi impianti autorizzati quelli previsti a Montefiascone e Cellere per i quali è stato già dato il via libera agli espropri di circa 100 ettari di terreni suddivisi tra 10 comuni della Tuscia. Ma gli impianti autorizzati sono di alcune migliaia di ettari. Stessa situazione per gli impianti eolici. Tra gli ultimi quello, denominato “Montarzo”, che prevede una ventina di aerogeneratori con una potenza complessiva di MW nei comuni di Onano, Acquapendente e Castel Giorgio, in un’area in cui sono presenti dimore storiche e strutture agrituristiche oltre ad aziende agricole, che garantiscono posti di lavoro e favoriscono il turismo rurale e culturale oltre a alla tutela dell’ambiente. Le pale eoliche in progettazione superano le 200 unità e si tratta si strutture che possono superare i 250 metri di altezza.

“Nelle aree interessate dai nuovi progetti a forte impatto ambientale - prosegue la presidente Ranucci - sono presenti produzioni di pregio con denominazione di origine e indicazione geografica. Tra queste l’abbacchio romano Igp o l’agnello del Centro Italia Igp, la mortadella di Bologna Igp, la nocciola romana Dop, il vitello bianco dell’Appennino centrale Igp, l’Olio extravergine di Olivia Tuscia Dop e ancora il Pecorino Romano DOP e il Pecorino Toscano Dop, così come i salamini italiani alla cacciatora Dop, i vini Doc Colli Etruschi Viterbesi ed Est! Est!! Est!!! di Montefiascone oltre al vino Igt Lazio”. 

La vicenda è ancor più preoccupante pensando che a livello nazionale sono stati destinati 70.000 ha di suolo di cui ben 6.000 nella provincia di Viterbo.

Una preoccupazione, quella di Coldiretti Viterbo, che trova riscontro nell’ultimo rapporto Ispra dal quale emergono dati allarmanti relativi al consumo di suolo. La Tuscia risulta essere la prima provincia del Lazio e tra le prime in Italia, per presenza di pannelli solari. Nella Tuscia è presente il 78,08% di pannelli solari e centrali eoliche, mentre a Latina si raggiunge il 13,07% e a Roma il 6,58%, per arrivare all’1,64% di Frosinone seguito Rieti, dove è pari a zero.

I nostri Giovani Impresa di Coldiretti - conclude Ranucci - hanno lanciato una raccolta firme a livello nazionale, che non a caso è partita proprio da Viterbo, contro il fotovoltaico a terra che consuma suolo agricolo produttivo. La nostra proposta è quella di incentivare lenergia solare sui tetti delle stalle e sui capannoni, senza sottrarre ai nostri agricoltori terreno coltivabile. La Coldiretti sostiene un modello di transizione energetica che vede le imprese agricole protagoniste attraverso, ad esempio, le comunità energetiche, gli impianti solari sui tetti, che consentono di integrare il reddito degli agricoltori con la produzione energetica rinnovabile, con una ricaduta positiva sulle colture e sul territorio. Quello che chiediamo è una maggiore attenzione al territorio per tutelare il suo futuro, la nostra agricoltura e i prodotti locali che rappresentano il nostro Made in Italy, le nostre eccellenza a km0 e la nostra distintività.  

 

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