19 Gennaio 2010
DANNI

Ancora avvistamenti di lupi nella zona di Ischia di Castro dove sono numerosi i casi di “razzie” verificatisi negli ultimi mesi con attacchi frequenti, anche alla luce del sole, che stanno causando danni ingenti alle aziende di allevamento. Da anni gli allevatori sono costretti a subire i raid, ormai diventati frequentissimi, dei lupi. Si tratta di una emergenza che occorre portare all'attenzione delle istituzioni per far toccare con mano la gravità del problema e lo stress a cui sono sottoposti, ogni giorno, gli allevatori. Sono centinaia infatti i capi di bestiame sbranati dai lupi negli ultimi anni in provincia e gli allevatori sono esasperati anche perché le zone oggetto di raid e mattanze sono quelle dove è più difficile fare agricoltura e dove maggiormente si rischia l'abbandono. Ed i pastori stanchi ed affranti rischiano veramente di abbandonare le vallate con grave danno al preservo ambientale del territorio.
Il lupo è tutelato, dalla direttiva comunitaria “Habitat”, e non è possibile abbatterlo. Al momento l'unico rimedio per far fronte ai danni oltre a interventi di prevenzione e protezione è quello di avere un sistema assicurativo tale da garantire da un lato il rispetto della biodiversità e, dall'altro, la protezione di greggi e mandrie. Certo è che questo non risolve i problemi ma rappresenta, in questa fase, un importante paracadute per il reddito. L'equilibrio ormai è inevitabilmente saltato e il numero dei lupi è fuori controllo come lo è quello dei cinghiali in tutta l’area. Stiamo assistendo ad un incremento dell'aggressività da parte di questi predatori che colpiscono ormai con una frequenza disarmante senza curarsi della presenza dell'uomo. E' inaccettabile che nonostante le tante segnalazioni non ci si attivi per riportare l'equilibrio sostenibile tra il numero di lupi e agricoltura. Il problema è ormai nazionale, il fenomeno riguarda tutto l'Appennino Centrale e occorrerà permettere, in casi eccezionali, di limitare i danni ferma restando l'importanza di questa particolare specie che deve essere tutelata. Ma se la tutela diventa un danno per l'agricoltura, e per gli allevatori, bisogna rivedere i criteri della tutela.
Coldiretti sottolinea ancora la necessità di stipulare l'assicurazione così da indennizzare le perdite di capi anche se la perdita di un capo per l’allevatore non trova nel risarcimento-indennizzo, ne la soluzione, ne la soddisfazione soprattutto alla luce degli adempimenti burocratici e tecnici ma anche dell’esiguità del risarcimento. Questo infatti non tiene conto di tutti i danni collaterali quali aborti, riduzione delle produzioni di latte, stress degli animali e, nei tempi biblici e nei modi propri delle pubbliche amministrazione, paga risarcimenti che sono un affronto alla dignità d’impresa di tanti allevatori. Ma al momento....... è l'unica contromisura possibile. Ci auguriamo che si possano gettare le basi per un percorso di riflessione comune, che potrà proseguire nel prossimo futuro anche con l'importante contributo del mondo scientifico, il tutto nel rispetto e nella salvaguardia degli equilibri dell'ecosistema, contando anche sull'apporto coordinato delle forze dell'ordine che svolgono protezione e vigilanza sul territorio.

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