15 Maggio 2010
LATTE

“Il negoziato con la Centrale Latte di Roma è fallito, siamo costretti a scendere in piazza – esordiscono il 15 maggio al Mercato di Campagna Amica del Circo Massimo i dirigenti di Coldiretti Lazio Massimo Gargano e Aldo Mattia durante un incontro con la stampa – la Centrale ci ignora, ma intanto impone le sue tariffe di vendita agli agricoltori, talmente inadeguate da non permettere nemmeno la copertura delle spese di produzione”. Questo il riassunto delle motivazioni che animeranno gli oltre duemila imprenditori agricoli che raggiungeranno martedì 18 i cancelli della Centrale del Latte, per la più grande manifestazione di protesta mai esistita, con trattori e mucche al seguito per dare il vai a quella che ormai i produttori definiscono come la "guerra del latte 15-18". “Si tratta - afferma Gabriel Battistelli, direttore della Coldiretti di Viterbo – di una azione ultimativa che viene dopo diversi tentativi di confronto per ricercare un accordo che fosse soddisfacente sul prezzo da pagare agli allevatori. Considerando che in maniera quasi prepotente, senza trattativa e soprattutto senza motivo, il produttore si è visto abbassare il prezzo del latte conferito sino al punto da non coprire più i costi di produzione, stiamo passando – conclude Battistelli - da un atteggiamento di dialogo ad uno stato di agitazione che sfocerà nella grande manifestazione di protesta del 18 maggio”. In un momento in cui vi è una forte speculazione sull’intero settore agricolo e nelle tasche degli imprenditori resta sempre meno rispetto agli utili delle grandi industrie agroalimentari o della distribuzione organizzata occorre una forte presa di posizione che non riguarda solo la Centrale del Latte di Roma ma anche altre aziende sia sul territorio regionale che nazionale. “Il progetto di una filiera tutta agricola e tutta italiana – dice Leonardo Michelini, presidente della Coldiretti di Viterbo – ha il suo motore nella valorizzazione della distintività e dell’identità delle nostre produzioni che attraverso questi fattori, uniti ad una corretta remunerazione, possono competere e vincere in tutti i settori la sfida del mercato. Per i prodotti alimentari – termina Michelini - non è più procrastinabile l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine della materia agricola e per il latte lo è ancora di più non solo su quello fresco, ma anche su quello a lunga conservazione e su tutti i derivati che rappresentano la parte più anonima e incontrollabile di prodotto”. La mobilitazione continuerà ad oltranza - precisa la Coldiretti di Viterbo che sarà presente con oltre trecento imprenditori – con la convinzione che nell’attuale insostenibile forbice tra prezzi alla produzione e al consumo c'è sufficiente margine per garantire una adeguata remunerazione agli allevatori.

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