16 Novembre 2010
UNESCO

LA DIETA MEDITERRANEA DIVENTA PATRIMONIO UMANITA’ UNESCO

Anche una delegazione della provincia di Viterbo alla maxispaghettata con pasta, pomodoro, extravergine, vino che si è tenuta questa mattina alle 10.00 in  Campidoglio nel centro del Comune di Roma in occasione dell’iscrizione della dieta mediterranea nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità da parte dell’UNESCO. All’iniziativa hanno partecipato i rappresentanti delle istituzioni, della politica, delle forze economiche e sociali e consumatori di tutte le nazionalità che hanno decretato nel mondo il successo di un tipo di alimentazione e di uno stile di vita che è diventato il simbolo della salute e del benessere. Gli importanti risultati conquistati dalla dieta mediterranea Made in Italy in termini produttivi, nelle esportazioni e dal punto di vista della salute sono stati presentati dal presidente della Coldiretti Sergio Marini al sindaco Gianni Alemanno e a tutti i convenuti.
“La presenza dei produttori e dei cittadini viterbesi – afferma Gabriel Battistelli, direttore provinciale della Coldiretti – vuol rafforzare il valore delle nostre produzioni territoriali. La bellezza, l’identità territoriale, la qualità italiana sono i nostri punti di forza e su quelli bisogna puntare. Questa eccellenza è la chiave per affermare il nostro Paese nel mercato globale mettendolo al riparo dalle minacce dell’omologazione. Dall’agricoltura di qualità – prosegue il direttore dipendono molte delle opportunità di sviluppo per diverse aree rurali che trovano nella campagna e nei suoi prodotti il carburante necessario  per promuovere e valorizzare la propria dimensione territoriale. Bisogna cogliere le opportunità che queste realtà offrono per dare sostenibilità economica e sociale alla presenza di uomini e di imprese sul territorio. La provincia di Viterbo è fonte di risorse immense che, valorizzate in modo adeguato, possono diventare il volano di un nuovo sviluppo economico, una forza nuova capace di renderci competitivi, con una nostra identità, anche nel processo di globalizzazione in corso. Ogni possibile rilancio dell’agroalimentare – conclude Battistelli -  passa per la valorizzazione del prodotto italiano, per la difesa di una qualità che non teme confronti, per il consolidamento di un legame con il territorio che rende il Made in Italy unico e straordinariamente appetibile sui mercati mondiali

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